SHIATSU

salute e benessere nella tradizione giapponese

Spesso si sente parlare di riequilibrio psicofisico, di medicina cinese e in particolare di Shiatsu, più comprensibilmente detto “digitopressione giapponese”.

In questi ultimi anni, in cui la domanda di benessere all’interno della società è notevolmente aumentata, ma per benessere intendo quello naturale con la B maiuscola, questa disciplina che giunge a noi dalla terra del sol levante, sta riscuotendo un successo sempre maggiore.

Lo Shiatsu, come ripeto, nasce in Giappone all’inizio del secolo scorso nel periodo tra le due guerre mondiali, ma affonda le sue radici nelle forme di manipolazione della Medicina Tradizionale Cinese. Inizialmente faceva parte dello “Anmo” che comprendeva tutto ciò che era massaggio e tutte le tecniche pressorie, ma in seguito, prima dal Dottor Namikoshi, poi dal Dottor Masunaga, queste ultime vennero isolate, rielaborate, codificate e considerate come tecniche autonome, fino ad arrivare alla sua ufficializzazione nel 1957 da parte del Ministero della Sanità giapponese, che lo definisce così:


“Arte autonoma manuale, fatta con la pressione delle dita ed altre parti del corpo come i palmi, le ginocchia ed i gomiti, atte a guarire o prevenire le malattie riequilibrando, senza l'ausilio di aghi o altri strumenti meccanici".


Sempre più persone di ogni età ricorrono agli Operatori Professionali Shiatsu per ricevere trattamenti di riequilibrio psicofisico. Questo grazie all’efficacia delle particolari stimolazioni dei meridiani e dei punti di pressione, gli stessi dell’agopuntura, che in modo naturale producono effetti positivi contro un vasto numero di quei malesseri che spesso la moderna vita quotidiana ci impone.

Le pressioni entrano in profondità senza scivolare sulla pelle e producono uno stimolo a cui l’organismo della persona trattata “risponde”, recuperando e manifestando dal profondo le proprie risorse vitali. La digitopressione giapponese, come le medicine olistiche, cerca quindi di andare all’origine dello squilibrio, non si fossilizza sul disturbo, ma analizza tutte le situazioni che potrebbero averlo procurato, andando anche ad indagare su come una persona mangia, respira, come si muove e quanto dorme. Inoltre la didattica è estremamente attenta all’aspetto riguardante la sicurezza del ricevente per dargli la massima tranquillità durante il trattamento, la cui durata può variare dai 50 minuti sino a più di un'ora.

Generalmente si ottengono ottimi risultati ricevendo da un minimo di 5 ad un massimo di 10 trattamenti. È però impossibile dare un numero standard di sedute per risolvere questo o quel malessere, in quanto ogni persona può essere trattata in modo diverso dall’altra. Non è detto che lo stesso tipo di squilibrio possa avere sempre una stessa origine, il trattamento è molto soggettivo, cercando, come ho detto all’inizio, di andare all’origine del malessere che ha causato il disturbo.


Ma attenzione!
È molto importante saper scegliere l’Operatore Shiatsu al quale ci vogliamo rivolgere. Quindi per evitare il rischio di ricevere trattamenti da persone non seriamente qualificate, ritrovandosi a spendere inutilmente tempo e denaro, è bene accertarsi che l'operatore che eseguirà i trattamenti sia in possesso di un Certificato attestante un iter formativo di almeno tre anni e l'iscrizione ad una Associazione/Federazione Nazionale dello Shiatsu. Se questi requisiti non verranno meno avrete certamente garantite sicurezza e competenza.